Rinite allergica o raffreddore? I test allergologici per capirlo
Starnuti, naso chiuso o che cola: si tratta di allergia o di un semplice raffreddore virale? In autunno la circolazione e la diffusione dei virus respiratori sono favoriti dal ritorno a scuola con promiscuità tra i bambini, dal trascorrere molto più tempo in luoghi chiusi e dagli sbalzi di temperatura tipici di questa stagione. Ecco che quindi è facile che i sintomi di allergia e influenza si sovrappongano, generando confusione nel paziente.
Che cos’è la rinite allergica?
La rinite allergica è un’infiammazione che si verifica nella mucosa nasale (la parte interna del naso) e provoca sintomi come starnuti, naso che cola, pizzicore, prurito intenso, naso chiuso, associati o meno a lacrimazione degli occhi. Si tratta di un’infiammazione periodica o cronica dovuta ad una reazione allergica: questa reazione si scatena quando una sostanza dell’ambiente esterno, normalmente innocua, viene a contatto con la mucosa nasale di un soggetto sensibilizzato nei confronti di quella sostanza. A seconda della durata distinguiamo una rinite perenne (se dura tutto l’anno) e una rinite intermittente (se compare solo in alcuni periodi dell’anno, come per esempio in primavera nei soggetti allergici ai pollini).
Come distinguere i sintomi di una rinite allergica da un raffreddore virale?
Nelle allergie di solito gli starnuti sono “a raffica” e il naso cola molto. Inoltre nelle allergie è spesso presente anche il prurito, soprattutto agli occhi e talvolta anche a palato e gola. Gli occhi sono molto più coinvolti nella versione allergica tanto che si parla di rinocongiuntivite allergica, con sintomi come lacrimazione, arrossamento, gonfiore e fastidio alla luce. Se poi la persona è asmatica si possono avere riacutizzazioni con difficoltà respiratorie e tosse secca sia in caso di allergia, meno di frequente, nel raffreddore comune. Nel caso del raffreddore virale, i disturbi fanno la loro comparsa dopo un periodo di incubazione che di solito dura un paio di giorni. Si comincia con un leggero bruciore diffuso, spesso da una parte sola del naso o della gola, per arrivare a starnuti e naso che gocciola. È proprio in questa fase, che in genere dura due o tre giorni, che le possibilità di contagiare altre persone sono maggiori. Poi inizia la fase secretiva in cui il muco diventa più denso e giallastro. Se non ci sono complicazione il raffreddore finisce al massimo nell’arco di una settimana.
Quali sono le cause della rinite allergica?
Non sono note le cause della rinite allergica. C’è però una predisposizione ereditaria, su base genetica, all’allergia, per cui è molto probabile che figli di genitori allergici siano a loro volta allergici. In ogni caso, le persone allergiche risultano particolarmente sensibili verso determinate sostanze, dette appunto allergeni, per cui quando vengono a contatto per la prima volta con queste sostanze, come pollini o polveri domestiche, producono particolari anticorpi, le IgE, che si collocano sulla superficie di certe cellule, chiamate mastociti. Quando l’individuo viene nuovamente a contatto con l’allergene, questo reagisce con le IgE e la reazione determina la liberazione di alcune sostanze da parte dei mastociti, la più nota delle quali è l’istamina, che sono poi causa dei vari sintomi.
Come si arriva alla diagnosi di allergia?
La cosa giusta da fare per ottenere delle risposte certe quando c’è il sospetto di un’allergia respiratoria è rivolgersi al proprio medico. Di fronte ad un sospetto di allergia respiratoria il tuo medico potrà indirizzarti verso un allergologo, cioè un dottore specializzato nel riconoscimento e nel trattamento delle allergie. L’allergologo cercherà di capire, durante il colloquio, i sintomi della reazione allergica, la loro intensità, la loro frequenza, ma anche in quali occasioni essi si presentano, indagando la vita familiare del paziente, la presenza eventuale di animali domestici in casa, abitudini alimentari e stili di vita. Il passo successivo consiste nella conferma della condizione allergica e nella ricerca dell’allergene che scatena la crisi.
Quali sono i test per stabilire se si tratta di allergia?
Se la diagnosi del raffreddore si basa sui sintomi, qualora si sospetti un’allergia respiratoria occorre qualche esame. Più episodi di raffreddore che si verifichino in concomitanza con la fioritura delle diverse piante suggeriscono un’allergia, che può essere confermata con prick test cutanei, che si eseguono inoculando con una lancetta piccole quantità di allergeni nella cute dell’avambraccio. Dopo circa un quarto d’ora la presenza di un pomfo indica sensibilizzazione verso l’allergene. Per completare la diagnosi in genere si può fare anche un esame del sangue per la ricerca degli anticorpi IgE specifici implicati in questo tipo di allergia. In casi selezionati, quando la persona è sensibile a più allergeni, possono essere utili test molecolari di secondo livello.
Tutti possono effettuare i test allergologici?
Sì, tutti possono effettuare test allergologici: adulti e bambini. Sarà l’allergologo a decidere quale test è più adeguato all’età e al tipo di allergia sospettata nel paziente, alla sua storia familiare e alla sua storia clinica. In genere i test cutanei non provocano problemi e non sono dolorosi, anche se un piccolo fastidio può essere avvertito nel punto di iniezione e di strofinatura. Il grande vantaggio dei test cutanei è l’immediatezza dei risultati, che giungono dopo circa 20 minuti dall’inizio del test. I test allergologici cutanei eseguiti con la tecnica del Prick test devono essere eseguiti da personale medico in grado di valutare correttamente il livello di gravità della tua allergia.
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