Dermatite da contatto: attenzione alla parafenilendiamina delle tinte per capelli
La dermatite allergica da contatto (DAC) è un’infiammazione della pelle causata dalla reazione al contatto con determinate sostanze chimiche o naturali che l’organismo percepisce come nocive. Quando questi allergeni entrano in contatto con la cute, anche per breve tempo, si manifesta un’irritazione cutanea dovuta a una reazione del sistema immunitario. Può manifestarsi in persone di qualsiasi età, di ambo i sessi e può essere dovuta all’esposizione a sostanze nocive oppure alla reazione da contatto a prodotti utilizzati durante la vita quotidiana come solventi, detersivi e cosmetici. Tra queste sostanze c’è la parafenilendiamina, un colorante presente spesso nelle tinte per capelli.
Che cos’è la parafenilendiamina?
La parafenilendiamina (PPD) è attualmente un ingrediente indispensabile nelle colorazioni permanenti in quanto permette una copertura efficace dei capelli bianchi e, quando utilizzato in combinazione con altri agenti coloranti, permette di offrire un’importante varietà di colori. È, dunque, il colorante più usato per le tinture dei capelli ed è il terzo ingrediente più comune dopo le essenze profumate ed i conservanti in grado di causare dermatiti da contatto nell’ambito dei cosmetici. I soggetti sensibili a questo tipo di allergene sono principalmente parrucchieri e donne (raramente uomini), in quanto vengono più facilmente a contatto con tinture per capelli.
Che cosa provoca la dermatite da contatto?
È scatenata da una reazione allergica a una o più sostanze che vengono ripetutamente a contatto con la pelle e può anche essere provocata da prodotti che per anni non hanno creato problemi. Tra gli allergeni più spesso responsabili della dermatite da contatto ci sono i metalli come nichel, cromo, mercurio, cobalto presenti in accessori e abbigliamento; sostanze naturali come gomme e resine; sostanze chimiche come fibre tessili sintetiche, coloranti, pesticidi e collanti; parabeni e conservanti contenuti in detergenti, creme e unguenti (come il metilisotiazolinone, ingrediente di molti saponi e detersivi); oltre alla parafenilendiamina.
Come di manifesta l’allergia alla parafenilendiamina?
La dermatite da contatto causata dalla parafenilendiamina si manifesta con prurito, chiazze squamose, macchie edematose ed eritematose. Nella maggior parte dei casi la reazione al colorante è rappresentata soltanto da prurito ed arrossamento del cuoio capelluto. Nei casi più gravi la colorazione può scatenare un importante eczema e dolore. La zona cutanea colpita dalla reazione può variare e può non corrispondere esattamente all’area in cui il colorante è stato applicato. Nei casi ancora più gravi si può avere edema della zona periorbitaria, desquamazione della pelle a livello delle orecchie, del volto e del collo fino ad estendersi a tutto il corpo. Tra i parrucchieri, le lesioni della pelle sono spesso limitate alle mani. L’incidenza di tali reazioni oltretutto è in continuo aumento poiché un numero sempre maggiore di persone, soprattutto giovani, fanno uso di tali prodotti.
C’è un esame per la diagnosi?
Con il Patch Test si possono identificare le sostanze che hanno provocato la dermatite da contatto. Una metodica in cui le sostanze potenzialmente allergizzanti sono poste a contatto con la cute del dorso per 48 ore, con dischetti che occludono la pelle. Passati i due giorni (necessari per dare all’allergene il tempo per sviluppare una reazione locale), si guarda la cute: se si trova un rilievo con arrossamento o piccole vescicole, accompagnati da prurito, il test è positivo e significa che il soggetto è allergico a quella sostanza.
Che cosa si può fare?
La terapia principale consiste nell’evitare il contatto con la sostanza a cui si è sensibili. Per alcuni allergeni è facile, per altri meno. E c’è anche il problema delle allergie crociate: per esempio, una persona allergica alla parafenilendiamina, contenuta nelle tinture per capelli, può manifestare la dermatite anche se usa una tintura che non contiene questa specifica sostanza, ma ne contiene un’altra che l’organismo percepisce come simile. Quando il danno è ormai fatto e c’è stato il contatto con l’allergene non si può fare altro che cercare di limitare i sintomi, in genere con creme al cortisone. In generale la pelle affetta da dermatite non deve essere sottoposta a bagni e lavaggi troppo frequenti, perché la pulizia eccessiva e l’uso di saponi aggressivi causano l’impoverimento degli strati esterni della pelle che la proteggono. È bene anche evitare che la pelle sia secca, cercando di idratarla con creme delicate e non profumate. Va prestata attenzione anche al momento di asciugarla, cercando di tamponarla delicatamente piuttosto che sfregarla.
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